Stefania
Barile "Simboli di un'antica umanità guerriera
e primitiva, le figure non nascondono una demoniaca attrazione
che le costringe.... alla lotta nelle diverse composizioni anche
un'indiscussa attrazione fisica... Amore, morte e devozione
appassionata si leggono sui loro bei volti espressivi e dialoganti
e passione, desiderio e totale presa di coscienza di sè
si avvertono sensibilmente nell'esibizione incontrastata dei
loro corpi pronti e nelle loro movenze intriganti...."
Riccardo
Barletta "Lo spettatore ne rimane affascinato
e nel contempo spiazzato. Quanto precede, può dar l'idea
che è il motore dell'arte di Raphael De Vittori Reizel.
Il bisogno di penetrare, tramite la scultura, nella trasformazione
antropologica attuale, la quale coinvolge il rapporto statico
di dominanza-subalternità che contrassegnò le
età patriarcali od "omocentriche"...."
Fiorella
Bassan "Le sculture rappresentanosingoli episodi
della Shoah: i vagoni piombati, la selezione, i forni ... Libro
in terracotta bianca che porta al centro una scritta, zakhor,
che in ebraico significa " ricordo". La superficie
del libro è sporca di cenere, e sopra vi sono apposte
lettere ebraiche in rame e oro che formano una spirale che sale
verso il cielo."
Francesca
Bonazzoli "Sculture che rappresentano una lotta
fra donne e uomini. I corpi sono intrecciati con maestria e
le figure sembrano muoversi liberamente nello spazio, escludendo
ogni senso di fissità, anche là dove la lotta
è terminata e la donna finalmente placa la sua ira in
una posa di trionfo."
Rossana
Bossaglia "La padronanza del mestiere le ha a
poco a poco suggerito una libertà creativa di alta seduzione:
non più misteriose e dure metafore, ma un esplicito racconto,
ispirato a testi leggendari che hanno in sé significati
allegorici, ma li esprimono attraverso personaggi riconoscibili
come tali e modi narrativi.... E nell'artista è straordinaria
questa capacità di presentarci in ogni figura caratteri
di una solenne atemporalità e insieme di azione dinamica."
Luigi
Cavadini "Raphael De Vittori Reizel, giocando
sul doppio senso "la faim (la femme) éternelle",
dispone sul tagliere il nudo chiuso di una donna attorno a cui
pullulano tante piccole figure (affamate) che cercano di accedere
ad essa."
Roberta
Cerruto " A partire dagli anno '70 e soprattutto
negli ultimi anni, letteratura, cinema, teatro, fumetto si sono
cimentati con questa tematica e hanno provato a raccontare la
Shoah ..... Nell'ambito delle arti figurative, Raphael De Vittori
Reizel è la prima artista che, attraverso un percorso
narrativo, rappresenta al Shoah. Le sue sculture di dimensioni
volutamente ridotte per evitare ogni monumentalità, ogni
retorica, raccontano quei fatti e ci esortano a non dimenticare,
a essere sempre vigili per riconoscere gli Amalek quando si
presentano - e sappiamo che questo succede - e sconfiggerli.
Ricordando e raccontando. Sempre."
Enzo
Fabiani "La damascata guerra in cui il maschio
e la femmina si sfidano a singolar tenzone, proprio per la sua
straordinarietà e la sua immensità, ha trovato
nei miti in particolare la giusta proiezione e sceneggiatura.
Nelle appassionate terrecotte della nostra scultrice vediamo
con vigoria affermato un aspetto, una fase, di detta guerra
e cioè la vittoria della femmina sul maschio, sia esso
minotauro o atleta o semplice amoroso gladiatore."
Debora
Ferrari "Tutte le opere, in terracotta e di notevoli
dimensioni, giocano sull'opposizione delle nature maschile e
femminile intese come coscienza, espressione e volontà,
poi lungo le pareti suggestivi graffiti e dipinti su lastre....
non poteva mancare anche il richiamo simbolico a questo elemento
primordiale della madre-terra da cui tutto proviene e torna."
Melisa
Garzonio "Eroica interprete di un eterno femminino
che cavalca "l'uomo-animale". Questa ritualizzazione
delle figure del mito, allegorico segno dei tempi e dei mutamenti,
si riallaccia all'iconografia rinascimentale dell'uomo schiavo
della passione, rovesciandone il tradizionale significato negativo."
Elisa
M. Mino " Raccontare l'inferno della Shoah non
è mai stato semplice..... Raphael De Vittori Reizel ......
è forse la prima ad avere scelto la scultura per rendere
testimonianza .... opere che attraverso la loro estrema forza
espressiva trasformano in arte la drammaticità dell'evento
storico ... toccanti e suggestive, capaci di descrivere la violenza
inaudita del dramma, e sviluppate, secondo la tradizione ebraica,
lungo una linea generazionale in cui testimoni di oggi sono
chiamati a raccontare quello che è accaduto ... dando
forma a pensieri enigmatici e toccanti, con una forza evocativa
intensa. e generatrice di profonde riflessioni."
Mario
Monteverdi "Il raggiungimento di un'unità
stilistica non esclude affatto la tensione dinamica di quelle
linee di forza che bilanciano nel ritmo e nello scatto le composizioni
a più figure. E talvolta il ritratto supera l'evidenza
fisionomica per giungere a cogliere, del carattere, gli aspetti
più segreti ed inquietanti."
Ester
Moscati "Terrecotte rosate in cui corpi e forme
massicci eppure leggiadri si affrontano in mitiche battaglie;
il soggetto preferito è la donna che finalmente soggioga
l'uomo, la donna guerriera che diventa anche Giuditta, eroina
biblica di starordinaria forza evocativa. Sono le sculture di
Raphael De Vittori Reizel, artista di un orizzonte allargato
che si è fatto materia e cultura e che traspare dalle
forme, dalla tecnica efficace e dai soggetti che rivisitano
miti lontani"
Laura
Orlandi "Creando sculture che hanno una forte
potenzialità espressiva e che riescono ad impressionare
..... una grandezza intrinseca che va oltre e mette in soggezione
lo spettatore, che si sente minuscolo di fronte alla loro forza."
Cloë
Piccoli "Le sculture di quest'artista, a grandezza
naturale, conducono a una riflessione, per altro ben sviluppata
in catalogo dall'artista stessa.... sulla sensibilità
e l'identità di queste antiche donne che possono essere
considerate - spiega l'artista - come riferimento, radici ideali
per le donne contemporanee."
Riccardo
Prina "L'impegno che Raphael De vittori Reizel
prosegue da anni: fare della sua scultura un vocabolario per
un racconto ed una testimonianza di dirittura, di etica, di
memoria. Su un tema che lei, di origini ebraiche, sente con
tutta evidenza, in ogni fibra del suo essere donna e artista.
...... Straordinaria solarità e vitalità che la
contraddistingue ..... suo indagare sul femminino, sulla donna
nel mito e nella Bibbia, sul riscatto dell'Eros come gioco e
rispetto tra uomo e donna ..... un'arte che mai ha voluto scendere
a patti."
Arturo
Schwarz "Quello che rende esemplare l'itinerario
creativo della De Vittori Reizel è che riflette, con
mirabile coerenza, una presa di coscienza delle dimensioni mito-poietiche
dell'archetipo femminile e della valenza iniziatica del nudo
muliebre. La De Vittori Reizel riesce sempre a mettere a nudo
l'aspetto conflittuale della polarità uomo-donna, che
viene trascesa dal rapporto erotico. E tanto intenso è
questo rapporto da annullare l'antagonismo primordiale per esaltare
invece l'aspetto fondamentalmente complementare del binomio
sessuale.L'arte della De Vittori Reizel, come ogni grande arte,
è espressione anche di un'inestinguibile sete di giustizia
e di libertà.Come ogni grande arte si fa portatrice anche
di una carica di protesta che assume la dimensione sacra della
sovversione."